martedì 27 ottobre 2015

25 ans déjà!

Jacques Demy davanti al Passage Pommeraye, Nantes
Stamattina alla radio passava La Chanson de Maxence in un nuova versione. 
Che bello! - ho pensato: fuori c'è il sole e ascolto una canzone delle Demoiselles de Rochefort.
E’ stato solo qualche minuto più tardi che ho capito perché: oggi, 27 Ottobre, è l’anniversario della morte di Jacques Demy, che ci ha lasciato 25 anni fa, nel 1990.
Conosco pochi registi amati quanto Demy, qui in Francia.
E’ come se avesse operato nella mente di tutti, bambini e adulti, una specie di magia, in base alla quale è assolutamente impossibile dimenticarlo.
La magia è dovuta ad una manciata di film che hanno rivoluzionato la storia del cinema, con il loro carico di canzoni, colori, e un’allegria mista a malinconia alla quale è impossibile resistere:

Forse la particolarità di Demy è che le immagini dei suoi film ti si imprimono dentro, e poi non escono più, talmente forte è il loro impatto.
Impossibile per me vedere un garage senza che nella mia testa non scatti in automatico la musica dei Parapluies de Cherbourg

E’ l’effetto Demy. Non ci si può fare niente. Tanto vale smettere di lottare.
La settimana scorsa, mentre visitavo la mostra su Martin Scorsese alla Cinémathèque (a proposito, è bellissima, andateci appena potete), non potevo fare a meno di pensare che la più bella di tutte quelle che ho visto sino ad ora è stata proprio quella su Demy.
La serata inaugurale aveva dell'incredibile: con le ragazze all’ingresso che portavano i cappelli delle Demoiselles, lo champagne, Agnes Varda e tutta la sua famiglia, gli attori dei suoi film, la ricostruzione dei set cinematografici. 

Ne ho un ricordo indelebile, magico, appunto.  
Qualche giorno dopo, avevo partecipato ad un flash mob "Demoiselles de Rochefort" sul parvi dell’Hotel de Ville: centinaia di persone (di tutte le età) avevano imparato a memoria una coreografia da ballare tutti insieme sulla Chanson des Jumelles.
Una cosa tanto assurda quanto divertente e gioiosissima.
Uno di quei giorni in cui mi è sembrato evidente perché ho deciso di vivere qui, nonostante il brutto tempo, la vita che costa troppo cara e i musi lunghi dei parigini.
Finché c’è amore per Demy, c’è speranza.
Finché esiste il Demy-Monde, continuerò a viverci dentro. 
Evviva!

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