lunedì 20 giugno 2016

I pericoli del cinematografo

Non è un mistero per nessuno: vivo sognando di stare in un mondo vintage in cui le ragazze portano i guanti, gli uomini usano le bretelle e tutti hanno in casa un mobile bar per preparsi un Old Fashioned comme il faut!
Detto questo, so benissimo che alcune cose degli anni ’50-’60 mi avrebbero totalmente rivoltato.
E questo succede quando penso, in particolare, alla condizione della donna in quegli anni (Mad Men, su questo, ci ha detto tutta la verità e con una crudeltà tale da non lasciare spazio alla speranza).
La scorsa settimana i miei genitori, in visita qualche giorno qui a Parigi, mi hanno portato la fotocopia di un libro, una pubblicazione che la chiesa cattolica dava negli anni ’40 a tutte le coppie che si sposavano, contenente alcune essenziali istruzioni per avere un comportamento morale ineccepibile.
Ce n’era per tutti i gusti e per tutte le situazioni, ma quello che ha ovviamente attirato la mia attenzione, è stato il capitoletto sui DIVERTIMENTI e, in particolare, sul CINEMATOGRAFO:
Io che passo la vita al cinema, è sicuro, me la sarei vista parecchio brutta, all’epoca.
Intanto, la cosa che mi piace di più al mondo era considerata la sorgente di ogni male morale e fisico.
E’ vero che la cellulite di sicuro non migliorerà passando il tempo a stare seduta dentro ad un cinema, ma che ci posso fare se al solo pensiero di entrare in una palestra e di dovermi vestire sportiva (pronunciato alla Capannelle) io mi sento male?
E pure quando dicono: che sollievo si trova dopo il lavoro diurno a chiudersi in un’ambiente senz’aria in mezzo a centinaia di persone più o meno pulite? Eh, in effetti, mica hanno tutti i torti. Però, anche in questo caso, che ci posso fare se quell’ambiente chiuso è il posto che mi piace più di tutti?
Ma una cosa va detta, a onor del vero: purtroppo, in questi tristi tempi moderni in cui viviamo, di vicini malintenzionati non se ne trovano più. Davvero non c’è più religione. Mai nessuno che approfitti dell’oscurità per invitare ad un atto libero!
E’ una vergogna, sinceramente. Dove sono andati a finire i vicini ineducati di una volta?


Certo, l’idea di accontentarsi delle sugose e morali produzioni offerte dagli oratori, non è esattamente my cup of tea
Insomma, ho idea che alla fine meglio qualche guanto e bretella di meno ma la possibilità di fare quello che voglio nella vita: passare tutte le sere al cinema, stare al chiuso in mezzo a degli sconosciuti puzzolenti e vedere produzioni immorali come se non ci fosse un domani. 
Per altro, a casa, non ho nemmeno una copia del Santo Vangelo e dei Promessi Sposi, come tanto si raccomandano all’inizio della pagina. 
Però ho un mobiletto bar stile Mad Men in vimini degli anni '60 che è uno schianto.
Dite che andrà bene uguale? 

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