domenica 30 dicembre 2012

Alternative Movie Posters

Quando si è appassionati di cinema, di solito si ama tutto di un film, titoli di testa e titoli di coda compresi, per non parlare del poster creato per distribuirlo.
Nei cento e passa anni della storia del cinema, ci sono stati uomini che hanno saputo elevare il poster cinematografico a vera e propria opera d'arte, primo fra tutti quel genio assoluto di Saul Bass. E' a lui che si devono il poster e i titoli di testa più meravigliosi dell'universo terracqueo, quelli di Vertigo di Alfred Hitchcock e, in tempi più recenti, quelli straordinari di The Age of Innocence di Martin Scorsese (grande fan di Saul Bass, al quale non sembrava vero di poter collaborare con lui).
Personalmente, subisco moltissimo il fascino della grafica di un film, e ho elaborato una teoria secondo la quale meno curati sono i titoli di testa di un film e meno bello è il film in questione (sarà per questo che Vertigo nell'ultimo sondaggio di Sight & Sound è stato dichiarato miglior film di tutti i tempi?). 
Un po' per questo, un po' perché ho la casa tappezzata di poster cinematografici, un giorno su Facebook la mia attenzione è stata attirata da quanto veniva postato regolarmente da un mio amico, Stefano Reves Spalluto. Oddio, ad essere sinceri, "amico" è una parola grossa. Io e Stefano siamo amici su Facebook senza mai esserci né visti né sentiti. Un grande classico dell'era moderna, secondo il quale si familiarizza con alcune persone semplicemente perché si hanno degli amici e dei gusti in comune. 
Ecco, quando sento parlare male dei social networks, io certe volte vorrei fare degli esempi come questo, perché non è vero che allontanano, nella mia esperienza quasi sempre avvicinano, e sono anche fonte di straordinarie scoperte. Insomma mi sono accorta che Stefano pubblicava sulla sua pagina dei poster di cinema alternativi notevolissimi! Al terzo consecutivo, ero completamente conquistata: i poster erano bellissimi e i film che sceglieva pure. Così gli ho scritto, chiedendogli di mandarmene un po' da vedere, perché mi sarebbe piaciuto parlarne nel blog. Stefano era assai stupito: da persona brava ed intelligente, possiede anche quella qualità sempre più rara da trovare in giro che è l'umiltà (e mi ha citato la famosa battuta di Groucho Marx secondo la quale non vorrebbe mai fare parte di un club che lo annoveri tra i suoi iscritti). Anche quando gli ho chiesto una piccola bio di presentazione, le sue parole sono state queste: Credo non esista nulla di meno interessante. Sono un contadino del sud, 28enne, da sempre sostenitore di una sana senilità, con delle basi di photoshop e tanta fiducia nel proprio senso estetico (aggiungere altro sarebbe civetteria). Sarà pure sostenitore di una sana senilità, il nostro Stefano, ma guardate che belle cose riesce a fare (alla fine, ho deciso di pubblicare tutti i lavori che mi ha mandato, talmente mi piacevano):
M - The Monster of Düsseldorf  Fritz Lang (1931)
Citizen Kane - Orson Welles (1941)
The Three Caballeros - Norman Ferguson (1944)
À bout de souffle - Jean-Luc Godard (1959)
Psycho - Alfred Hitchcock (1960)
La Notte - Michelangelo Antonioni (1961)
Jules et Jim - François Truffaut (1962)
Le Mépris - Jean-Luc Godard (1963)
Le Vacanze Intelligenti (episodio da Dove vai in vacanza?) - Alberto Sordi (1978)
 Wittgenstein - Derek Jarman (1993)
Quello che adoro nei poster di Stefano è che tutto ruota intorno ad un piccolo ma fondamentale dettaglio: dalle finte ali del piccolo Wittgenstein alla macchina che si butta nel lago di Jules et Jim, dalla planimetria della Casa Malaparte di Le Mépris alla boule de neige di Citizen Kane, la trama, lo stile, il messaggio di un film è subito intuito. I suo poster sono una piccola scossa elettrica anticipativa: ti mettono l'acquolina in bocca prima di cominciare a mangiare tutta quella roba buonissima. 
Quando Stefano è stato così gentile da chiedermi se c'era un poster di cinema alternativo che avrei voluto per il blog, non ho resistito a chiedergli di inventarsi questo:
In the Mood for Love - Wong Kar-Wai (2000) 
Non so voi, ma io trovo che la canotta di Tony Leung sia un po' il suo capolavoro. 
Bravo, Stefano!



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